Alcuni
insegnanti, non sappiamo in base a quali “leggi linguistiche”, condannano l’uso dell’aggettivo proprio unito a un altro
aggettivo possessivo. E dove sta scritto? Si può benissimo dire mio proprio,
suo proprio
ecc. con valore
intensivo.
Sottacciono,
invece, la “legge” secondo la quale è preferibile adoperare l’aggettivo proprio in luogo degli altri possessivi (mio, tuo ecc.) per non creare ambiguità; in questo
caso con proprio si indica il “possesso” del soggetto stesso. Un esempio
chiarirà meglio il concetto: Giovanni fece riparare la sua automobile (nel contesto di un
discorso si potrebbe pensare anche all’automobile di un’altra persona).
Se, invece, diciamo: Giovanni fece riparare la propria automobile
evitiamo possibili equivoci in quanto è chiaro che si tratta dell’auto di
Giovanni, cioè del soggetto.
Un
altro esempio (PANITALIANO): Marco
ha chiesto a Laura la sua (di chi? di Marco o di Laura?) macchina.
Qui, per essere chiari, è necessario usare proprio, se ci si riferisce al soggetto, oppure trasformare la struttura della
frase, se il possessore è un altro: Marco
ha chiesto a Laura la propria (di Marco - soggetto) macchina. | Marco ha chiesto a Laura la macchina di
lei (di Laura).
L’uso
di proprio, inoltre, è obbligatorio nelle costruzioni impersonali: è necessario difendere le proprie idee;
è bene
conoscere le proprie responsabilità; è preferibile, altresì, quando il soggetto è indefinito: tutti possono esprimere il proprio pensiero;
ciascuno è
artefice del proprio destino.
Dal
blog di Fausto
Raso
Da leggere anche: «Treccani» / videolezioni.
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