giovedì 10 agosto 2017

Innamoratevi!

Il monologo di Roberto Benigni sulla poesia, tratto dal suo film del 2005 «La tigre e la neve».
L’attore e regista italiano interpreta il ruolo di Attilio, un professore di lettere, che in questa scena parla alla sua classe della poesia.


Su su... svelti eh, svelti, veloci... Piano, con calma. Non v’affrettate, eh.
Poi non scrivete subito poesie d'amore, eh! Che sono le più difficili; aspettate almeno almeno un’ottantina d’anni, eh…
Scrivetele su un altro argomento, che ne so, su... su... il mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco; che non esiste una cosa più poetica di un'altra, eh? Avete capito?
La poesia non è fuori, è dentro!
Cos’è la poesia? Non chiedermelo più, guardati nello specchio: la poesia sei tu!
E vestitele bene le poesie! Cercate bene le parole! Dovete sceglierle! A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola! Sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere! Da Adamo ed Eva: lo sapete Eva quanto c’ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta? Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa... Ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre!
Innamoratevi! Se non vi innamorate è tutto morto! Morto, tutto è... Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto.
Dilapidate la gioia! Sperperate l’allegria! Siate tristi e taciturni con esuberanza! Fate soffiare in faccia alla gente la felicità!
E come si fa? Fammi vedere gli appunti che mi son scordato! Questo è quello che dovete fare! Non son riuscito a leggerli! Ora mi son dimenticato!
Per trasmettere la felicità bisogna essere felici. E per trasmettere il dolore bisogna essere felici. Siate felici! Dovete patire, stare male, soffrire, non abbiate paura a soffrire, tutto il mondo soffre! Eh?
E se non avete i mezzi, non vi preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto! Avete capito?
E non cercate la novità, la novità è la cosa più vecchia che ci sia. E se il verso non vi viene da questa posizione, da questa, da così, be’... buttatevi in terra! Mettetevi così! Eccolo qua... Oh! È da distesi che si vede il cielo! Guarda che bellezza, perché non mi ci sono messo prima!?
Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono! Fatevi obbedire dalle parole! Se la parola... “muro” - “muro”! - non ti dà retta... non usatela più per otto anni, così impara! «Che è questo? Boh! Non lo so!» Questa è la bellezza! Come quei versi là, che voglio che rimangano scritti lì per sempre!...Forza, cancellate tutto.