mercoledì 25 dicembre 2013

«Christùyenna»: una canzone di Natale diversa dalle altre

Una canzone di Natale, diversa dalle altre, del cantautore greco Fivos Delivoriàs (2003). Una canzone melodica, delicata, un po' dura e malinconica, ma soprattutto autentica e dolceamara, proprio come la vita. Forse descrive dei momenti di Natale che tutti abbiamo vissuto e viviamo ancora e, comunque, cerca la strada verso «una mangiatoia che contenga il vuoto».





Χριστούγεννα
Natale
Δέν περιμένω μως τίποτα πιά
Ma non aspetto niente ormai
Τόν ϊ-Βασίλη πλς τόν λέγαν «μπαμπά»
Babbo Natale si chiamava semplicemente “papà”
Κι εν’νας πρώην λλην ριστερός
Ed è un ex Elleno di sinistra
νας θνητός
Un mortale
Μέ τ’νειρό του δίχως στέγη καμιά
Con il suo sogno senz’alcun tetto
Καί τό νοιξιάτικο κορίτσι–μαμμά
E la ragazza-mamma primaverile
Πλακώνεται π’τή συνταγή τήν παλιά
Si costringe dall’antica ricetta
Ο μυρωδιές θυμίζουν κάτι βαρύ
Gli odori ricordano qualcosa di pesante
Κάποια πληγή
Una ferita
Πού πλς δέν θέλουμε ν’νοίξει ξανά
Che semplicemente non vogliamo che si apra di nuovo


Χριστούγεννα
Natale
Τά πλεϊμομπίλ μου εν’ξαιτίας μου κουτσά
I miei Playmobil sono per colpa mia zoppi
Σβησμένα στή σαμπάνια βεγγαλικά
Fuochi d’artificio spenti nello spumante
σως γιά κάποιους νά’ναι κόμα γιορτή
Può darsi che per alcuni sia ancora festa
Μά ποιοί εν’ατοί;
Ma chi sono loro?
Ζον σέ θερμοκοιτίδες σε χωριά;
Vivono in incubatrici o in villaggi?


Χριστούγεννα
Natale
Κι ,τι ρχίζω μο πηγαίνει στραβά
E tutto quello che comincio va storto
Πάντα μέ πάει σ’νός σταυρο τά καρφιά
Mi porta sempre sotto i chiodi d’una croce
Καί πότε-πότε τά καρφώνω κι γώ
E alcune volte li inchiodo anch’io
Σέ λλον μνό
Su un altro agnello
τσι ταν πάντα κι τσι θά’ναι ξανά
È da sempre così e così sarà ancora


Χριστούγεννα
Natale
Κι σύ τί θές π’τή ζωή μου ξανά;
E tu che vuoi ancora dalla mia vita?
Μέ τά λαμπιόνια σου τά θανατερά
Con i tuoi lampioni mortali
Καί τό φιλί σου πάντοτε ποδεκτό
E il tuo bacio sempre accettabile
Πς σέ μισ!
Come ti odio!
Θές νάσαι δια καί νλλάζω γώ
Tu vuoi essere sempre la stessa e che io cambi
Μέ θές προσωπικό σου δημιουργό
Mi vuoi demiurgo tuo personale
Μή λές πώς μοιάζω μέ τόν Ντόναλντ γώ
Non dire che assomiglio io a Paperino
Λάμπω γώ
Io brillo
Μά μνα σπότλαϊτ πού δέ μοναι ρκετό
Ma con un proiettore che non mi basta


Χριστούγεννα
Natale
Τί φταίω πού ν λείπεις ζωή μου διψ
È colpa mia che, se manchi, la mia vita ha sete?
Τό γαϊδουράκι της τραβάει ργά
Il suo asinello va avanti piano
Νά βρε να πανδοχεο νυχτερινό
Di trovare una locandina notturna
Νά’ναι νοιχτό
Che sia aperta
στω μιά φάτνη νά χωράει τό κενό
O, almeno, una mangiatoia che contenga il vuoto


Χριστούγεννα
Natale
Χωρίς ατά χρόνος δέν ξεκινά
Senza questo l’anno non comincia
Βοσκούς μαζεύω, μάγους πό μακριά
Raccolgo pastori, magi da lontano
Γιορτάζω γιά ν’λλάξουμε ριστικά
Celebro perché noi cambiamo definitivamente
Χρόνια πολλά
Tanti auguri
Χωρίς νά προσποιομαι τίποτα πιά
Senza pretendere niente ormai


giovedì 26 settembre 2013

Un pennelo grande è anche un grande pennelo?

Un'ispirata "lezione" sulla posizione dell'aggettivo e sui diversi significati che esso assume a seconda della posizione prima o dopo il nome.




lunedì 23 settembre 2013

mercoledì 11 settembre 2013

Lo “shopping” e la “privacy” (i forestierismi nell’italiano)



I neogreci spesso diciamo che, rispetto all’uso quotidiano [di ogni giorno] della nostra lingua, siamo esterofili o xenofili [che abbiamo cioè una simpatia maggiore dell’ordinario per le parole che provengono da lingue straniere e che, soprattutto, usiamo moltissime parole inglesi].

Stasera ho letto una breve pubblicazione del sardo [dell’isola di Sardegna] Gianfrànco Fràu Altèa e un commento di Marina Marikò, dove si parla di forestierismi [cioè di parole straniere che si usano nell’italiano] e, precisamente, di anglicismi. Riporto qui di seguito alcune delle loro osservazioni: 

«Suo» e «proprio» (Fausto Raso)

Alcuni insegnanti, non sappiamo in base a quali “leggi linguistiche”, condannano l’uso dell’aggettivo proprio unito a un altro aggettivo possessivo. E dove sta scritto? Si può benissimo dire mio proprio, suo proprio ecc. con valore intensivo.

Sottacciono, invece, la “legge” secondo la quale è preferibile adoperare l’aggettivo proprio in luogo degli altri possessivi (mio, tuo ecc.) per non creare ambiguità; in questo caso con proprio si indica il “possesso” del soggetto stesso. Un esempio chiarirà meglio il concetto: Giovanni fece riparare la sua automobile (nel contesto di un discorso si potrebbe pensare anche all’automobile di un’altra persona). Se, invece, diciamo: Giovanni fece riparare la propria automobile evitiamo possibili equivoci in quanto è chiaro che si tratta dell’auto di Giovanni, cioè del soggetto.

Un altro esempio (PANITALIANO): Marco ha chiesto a Laura la sua (di chi? di Marco o di Laura?) macchina. Qui, per essere chiari, è necessario usare proprio, se ci si riferisce al soggetto, oppure trasformare la struttura della frase, se il possessore è un altro: Marco ha chiesto a Laura la propria (di Marco - soggetto) macchina. | Marco ha chiesto a Laura la macchina di lei (di Laura).

L’uso di proprio, inoltre, è obbligatorio nelle costruzioni impersonali: è necessario difendere le proprie idee; è bene conoscere le proprie responsabilità; è preferibile, altresì, quando il soggetto è indefinito: tutti possono esprimere il proprio pensiero; ciascuno è artefice del proprio destino.


Dal blog di Fausto Raso


Da leggere anche: «Treccani» / videolezioni.

giovedì 15 agosto 2013

La Dormizione di Panaghia (la Tuttasanta)

Panàgia (o panàghia), dal gr. Παναγία, femminile di πανάγιος, composto di παν- «pan-» e ἅγιος «santo», è l’appellativo dato nella Chiesa ortodossa a Maria Vergine, alla Tuttasanta (dalla locuzione tutta santa, per traduzione del greco Παναγία).






Mosaico (1296-1300) di Pietro Cavallini 
nell'arco absidale della basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma

martedì 6 agosto 2013

Esercizi per principianti A1.1 (Edilingua)

Le PRIME 3 UNITÀ dell'edizione aggiornata (febbraio 2013) del Quaderno degli esercizi del Nuovo Progetto italiano 1, scritto da L. Ruggeri, T. Marin e S. Magnelli e pubblicato presso le edizioni Edilingua di Roma, contiene schede grammaticali ed esercizi che riguardano:

 

Per scaricare l'achivio .pdf clicca qui

 

Le dichiarazioni del premier italiano Enrico Letta ad Atene

Le dichiarazioni del premier italiano Enrico Letta dopo l'incontro con il suo omologo Antonis Samaràs (Atene, lunedì 29 luglio 2013).





Il premier Letta cominica a parlare nel minuto 01:20
e c'è una traduzione simultanea in greco.