giovedì 23 luglio 2015

«Nell’occhio del toro» di Doros Antoniadis

Il primo libro di Doros Antoniadis, Nell’occhio del toro, è un giallo ed è stato pubblicato l’altro ieri ad Atene presso le edizioni Kastaniotis.
Il titolo originale, Στο μάτι του ταύρου, ricorda l’espressione inglese «(hit thebull's-eye», che in italiano significa proprio «(farecentro».

Segue una traduzione italiana della sinossi del giallo di Doros Antoniadis:

Petros Eleftheriadis, commissario della Squadra omicidi della Polizia, ha appena presentato al servizio le sue dimissioni ed è oramai pronto per un nuovo inizio. Prima di lasciare, però, si impegna ad aiutare a risolvere un ultimo caso, con un cadavere posto come l’Uomo vitruviano di Da Vinci, che porta uno strano tatuaggio sul petto e tiene una poesia con dei numeri all’inizio di ogni strofe. Il poliziotto si rende subito conto che non si tratta di un semplice caso di omicidio. Nel suo tentativo di svelare il crimine, si lascia guidare in una storia che inizia 20 anni fa a Salonicco, dove uno studente di psicologia aiuta una ragazza a fuggire dal suo inseguitore ossessivo. Mentre le ore passano, Eleftheriadis scopre fatti e avvenimenti che cambieranno la sua vita più veloce di quanto pensasse. 

Un affascinante giallo con enigmi matematici, un’atmosfera suggestiva e ritmo frenetico, in cui il presente si alterna al passato, mentre il lettore si trova costantemente davanti a un susseguirsi di sorprese.


Ο Πέτρος Ελευθεριάδης, αστυνόμος του Τμήματος Ανθρωποκτονιών, μόλις έχει υποβάλει την παραίτησή του στην υπηρεσία και είναι πλέον έτοιμος για ένα νέο ξεκίνημα. Πριν φύγει όμως, αναλαμβάνει να βοηθήσει σε μια τελευταία υπόθεση, με ένα πτώμα που βρίσκεται τοποθετημένο σαν τον Βιτρουβιανό Άνθρωπο του Ντα Βίντσι, το οποίο φέρει ένα περίεργο τατουάζ στο στήθος και κρατά ένα ποίημα με αριθμούς στην αρχή κάθε στροφής. Ο αστυνόμος αντιλαμβάνεται γρήγορα πως δεν πρόκειται για απλή υπόθεση ανθρωποκτονίας. Στην προσπάθειά του να εξιχνιάσει το έγκλημα, οδηγείται σε μια ιστορία που ξεκινά είκοσι χρόνια πριν στη Θεσσαλονίκη, όπου ένας φοιτητής ψυχολογίας βοηθάει μια κοπέλα να ξεφύγει από τον μανιακό διώκτη της. Όσο περνούν οι ώρες, ο Ελευθεριάδης ανακαλύπτει στοιχεία και γεγονότα που θα του αλλάξουν τη ζωή γρηγορότερα απ’ ό,τι σχεδίαζε. 

Ένα συναρπαστικό αστυνομικό θρίλερ με μαθηματικούς γρίφους, υποβλητική ατμόσφαιρα και καταιγιστικό ρυθμό, όπου το παρόν εναλλάσσεται με το παρελθόν, ενώ ο αναγνώστης βρίσκεται διαρκώς προ αλλεπάλληλων εκπλήξεων.

giovedì 9 luglio 2015

Guy Verhofstadt sulla Grecia

Guy Verhofstadt, leader dei liberali al Parlamento Europeo, già primo ministro del Belgio, durante la seduta plenaria del 8 luglio 2015 si rivolge direttamente ad Alexis Tsipras in un discorso dai toni severi. Ecco una traduzione del discorso pubblicato sulla pagina Facebook di Verhofstadt e riportato qui sopra.



Benvenuto, Sig. Tsipras. Come vede non deve aver paura del Parlamento Europeo. Non deve temere il dibattito. Lo dicevo prima, un democratico come Lei non può certo temere un dibattito, non avrebbe senso. Quindi sono felice di averLa qui e avere per la prima volta la possibilità di discutere la situazione della Grecia in questa sede con Lei presente. Non si può trovare una soluzione per la Grecia e per l’Europa in generale senza discuterne prima in questa sede; ed è quello che stiamo facendo oggi.
Lei ha detto che il popolo greco ha fatto molti sforzi. Ha ragione, infatti non sono loro il problema. Il problema è che la classe politica non ha fatto abbastanza. Quello è il problema oggi.
E sono arrabbiato, lo devo dire, perché Lei continua a parlare di riforme ma non abbiamo mai visto delle proposte concrete di riforme. E sono arrabbiato. Sono arrabbiato perché stiamo incamminando verso l’uscita della Grecia come dei sonnambuli. Stiamo camminando da sonnambuli da ormai cinque anni. E non solo ci stiamo incamminando come sonnambuli, negli ultimi mesi mi pare che stiamo correndo verso la Grexit, ma non siete Voi e non siamo noi a pagare l’uscita della Grecia. Sono i cittadini che si troveranno a dover pagare il conto della Grexit, col 30 o 40 per cento del loro reddito. E quindi Le devo dire che se vogliamo evitare che succeda c’è solo un modo, e questo modo Lei lo conosce bene. Deve farsi avanti nei prossimi giorni, nelle prossime 48, con un pacchetto di riforme credibile e questo vuol dire che proporrà un calendario di riforma vero e proprio. Non bastano le intenzioni.

E lasci che le dica le cinque cose che deve fare. Sono anche disposto a venire ad Atene e discuterne con Lei faccia a faccia.
Prima cosa deve abbandonare il sistema clientelare. Per farlo bisogna mettere leggi sul tavolo e non certo per realizzare i Suoi interessi. Qualche settimana fa il Suo governo ha assunto 13 dirigenti al ministero dell’Istruzione e guarda caso 12 erano di Syriza e l’ultimo non ha una chiara posizione politica. Questa è la realtà. Lei sta sfruttando il sistema. Sta cadendo nella trappola in cui è caduto Pasok, che doveva essere il leader del Partito del grande cambiamento per la Grecia dopo i Colonnelli. E invece hanno usato per anni e anni il sistema clientelare per il loro interesse.
Seconda cosa, deve ridimensionare drasticamente il settore pubblico. Lo so che è difficile per un uomo di sinistra ma deve essere fatto. Sig. Tsipras, deve trasformare il sistema bancario pubblico e renderlo privato.
Deve aprire i mercati e le professioni per i giovani. Non avete leggi per quello? Create leggi che aprano almeno dieci professioni ai cittadini giovani.
E infine, poniamo una fine ai privilegi per gli armatori, i militari, la chiesa ortodossa, le isole greche.
E non dimentichiamoci dei privilegi dei partiti politici. Vi piacciono questi privilegi, va bene. Vi piacciono tantissimo, ma a me no. Ogni giorno i partiti politici ricevono soldi dalle banche che se si trovano in una situazione di crisi devono dare la colpa a Voi che ricevete queste somme di denaro.
Metta tutto questo insieme in un bel pacchetto da presentare nei prossimi giorni e sono sicuro che noi tutti saremo disposti a trovare una soluzione.

Ma bisogna iniziare in questo modo. E Lei può farlo perché non c’è mai stato nessuno in Grecia con dei poteri come i suoi. Nessuno ha mai avuto un mandato più forte, Lei ne ha persino due. Lei è stato eletto e ha vinto il referendum. Lei è l’unico che può sistemare questa situazione. E lo dico, abbiamo tutti la nostra responsabilità. Secondo me dobbiamo creare un fondo di rimborso del debito per tutti e dobbiamo farlo presto. Ma prima tocca a Lei. Non è una situazione da “viene prima l’uovo o la gallina”. La decisione che Lei ha davanti è molto semplice. Come vuole essere ricordato? Come un incidente elettorale che ha reso la sua gente più povera? O vuole essere ricordato, Sig. Tsipras, come un vero riformatore rivoluzionario? Segua le orme di Venizelos, il grande liberale che tra un conflitto mondiale e l’altro ha portato la modernità in Grecia. Questa è la scelta che Lei deve fare. E io so cosa vogliono i Suoi cittadini. L’80% di essi vuole restare in Europa e nell’Eurozona. Questo è il momento per dimostrare di essere un vero leader, non un falso profeta. Lo faccia!
FONTE
 

domenica 5 luglio 2015

Referendum / Δημοψήφισμα

Dal libro dello scrittore portoghese Jose Saramago (1922–2010) Saggio sulla lucidità. 

Από το βιβλίο του Πορτογάλου συγγραφέα Ζοζέ Σαραμάγκου (1922–2010) Περί φωτίσεως.


Tempo pessimo per votare, si lagnò il presidente di seggio della sezione elettorale quattordici dopo aver chiuso violentemente il parapioggia inzuppato ed essersi tolto un impermeabile che a ben poco gli era servito nell'affannato trotto di quaranta metri da dove aveva lasciato l'auto fino alla porta da cui, col cuore in gola, era appena entrato. Spero di non essere l'ultimo, disse al segretario che lo aspettava qualche passo indietro, al riparo dalle raffiche che, sospinte dal vento, allagavano il pavimento. Manca ancora il suo supplente, ma siamo in orario, tranquillizzò il segretario, Se continua a piovere così sarà una vera impresa se arriveremo tutti, disse il presidente mentre si trasferivano nella sala dove si sarebbe svolta la votazione. Salutò per primi i colleghi di seggio che avrebbero fatto gli scrutatori, poi i rappresentanti di lista e i loro rispettivi supplenti. Usò l'attenzione di adottare per tutti le stesse parole, non lasciando trasparire nel viso né nel tono della voce alcun indizio che consentisse di cogliere le sue personali tendenze politiche e ideologiche. Un presidente, sia pure di una sezione elettorale tanto normale come questa, dovrà regolarsi in tutte le situazioni secondo il più rigoroso senso di indipendenza, o, in altre parole, mantenere le apparenze.


[...] ma il comune, questo, è della città e non la città del comune, spero di essere stato sufficientemente chiaro, signor ministro, Talmente chiaro che le farò una domanda, A sua disposizione signor ministro, Ha votato scheda bianca, Come, prego, non ho sentito bene, Le ho domandato se ha votato scheda bianca, le ho domandato se era in bianco la scheda che ha depositato nell'urna, Non si sa mai, signor ministro, non si sa mai, Quando sarà tutto finito, spero di avere con lei una lunga conversazione, Ai suoi ordini, signor ministro, Buonasera, Buonasera, Avrei voglia di venir lì a darle una tirata di orecchio, Non ho più l'età, signor ministro, Se un giorno dovesse essere ministro dell'interno, saprà che per le tirate di orecchio e altri rimproveri non c'è mai stato limite di età, Che non la senta il diavolo, signor ministro, Il diavolo ha un udito talmente buono che non ha bisogno che gli dicano le cose a voce alta, Che dio ci aiuti, allora, Non vale la pena, è sordo dalla nascita.

fonti: 1, 2, 3.