venerdì 20 novembre 2015

Non avrete il mio odio | Vous n’auriez pas ma haine


Δεν θα σας κάνω τη χάρη να σας μισήσω 

Το βράδυ της Παρασκευής κλέψατε τη ζωή μιας μοναδικής ύπαρξης, της αγάπης της ζωής μου, της μητέρας του γιου μου, αλλά δεν θα σας κάνω τη χάρη να σας μισήσω. Δεν ξέρω ποιοι είστε, ούτε θέλω να το μάθω. [Tο μόνο που ξέρω είναι ότι] είστε νεκρές ψυχές. Αν αυτός ο Θεός, για τον οποίον εσείς σκοτώνετε στα τυφλά, μας έκανε κατ‘ εικόνα του, κάθε σφαίρα στο κορμί της γυναίκας μου θα ήταν πληγή στην καρδιά του.
  
Επομένως, δεν θα σας κάνω τη χάρη να σας μισήσω. Εσείς το επιδιώξατε εξάπαντος, αλλά το να απαντήσουμε στο μίσος με θυμό, θα ήταν σαν να υποκύπταμε στην ίδια άγνοια που σας έκανε να γίνετε αυτό που είστε. Εσείς θα θέλατε να φοβηθώ, να κοιτάω τους συμπολίτες μου καχύποπτα και να θυσιάσω την ελευθερία μου για την ασφάλεια. Είναι μια μάχη χαμένη η δική σας. 

Την είδα σήμερα το πρωί. Επιτέλους, μετά απο μέρες και νύχτες αναμονής. Ήταν το ίδιο όμορφη, όσο όμορφη ήταν το βράδυ της Παρασκευής που βγήκε, όσο όμορφη ήταν όταν την ερωτεύτηκα παράφορα, περισσότερο από 12 χρόνια πριν. Είμαι ασφαλώς συντετριμμένος από τον πόνο, σας παραχωρώ αυτή τη μικρή νίκη, αλλά δεν θα διαρκέσει για πολύ. Ξέρω ότι εκείνη θα μας συντροφεύει κάθε μέρα και θα ξαναβρεθούμε όλοι μαζί σε εκείνο τον παράδεισο των ελεύθερων ψυχών, στον οποίο εσείς δεν θα γίνετε ποτε δεκτοί. 

Είμαστε μόνο δύο, ο γιος μου κι εγώ, αλλά είμαστε πιο δυνατοί απο όλους τους στρατούς του κόσμου. Εξάλλου δεν έχω άλλο χρόνο να σας αφιέρωσω, πρέπει να πάω στον Μελβίλ που ξυπνά απο τον υπνάκο του. Είναι μόλις 17 μηνών και θα κάνει κολατσιό όπως όλες τις ημέρες. Και μετά θα παίξουμε μαζί όπως όλες τις ημέρες, και για όλη του την ζωή αυτός ο μικρός θα σας αντιμετωπίσει με το να είναι ελεύθερος και ευτυχισμένος. Γιατί όχι, ούτε αυτός θα σας κάνει τη χάρη να σας μισήσει.


Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l'amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo, quello che so è che siete anime morte. Se questo Dio per il quale voi uccidete ciecamente ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuor.

Quindi non vi farò il regalo di odiarvi. Voi l'avete cercato, tuttavia rispondere all'odio con la rabbia sarebbe come cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io abbia paura, che debba guardare i miei concittadini in maniera diffidente, che io sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. E' una battaglia persa.

L'ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d'attesa. Era così bella, bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Naturalmente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma durerà poco. So che lei ci accompagnerà ogni giorno e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere al quale voi non accederete mai.

Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come tutti i giorni e poi giocheremo insieme come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo piccolo vi farà l'affronto di essere libero e felice. Perchè no, non avrete mai neanche il suo odio.
 

Ανοιχτή επιστολή του Antoine Leiris, που έχασε τη γυναίκα του την περασμένη Παρασκευή, 13 Νοεμβρίου, στην τρόμοκρατική επίθεση στο Παρίσι.
  
Η ιταλική μετάφρασή του γαλλικού πρωτοτύπου, επί τη βάσει της οποίας εκπονήθηκε η παρούσα ελληνική από την Πηνελόπη Καρέτσου, αναδημοσιεύθηκε στα εδώ.

giovedì 5 novembre 2015

I Pagliacci a Patrasso

Η όπερα του Ρουτζέρο Λεονκαβάλλο (Ruggero Leoncavallo) «Οι Παλιάτσοι» («I Pagliacci») ανεβαίνει από την Όπερα της βαλίτσας στο Συνεδριακό και Πολιτιστικό Κέντρο του Πανεπιστημίου Πατρών αυτή την Κυριακή, 8 Νοεμβρίου 2015, στις 20:00, με υπέρτιτλους στα ελληνικά. 


Θα είναι ελεύθερη η είσοδος, με δελτία προτεραιότητας. Περισσότερες πληροφορίες εδώ και εδώ.

martedì 20 ottobre 2015

«Italians» (gli italiani e l'Italia)

Una canzone scritta da Fabio Caon per chi studia l’italiano come lingua straniera, con l’invito ad abbandonare i luoghi comuni e a considerare ogni italiano come singola persona.


giovedì 1 ottobre 2015

Congiuntivo

Il congiuntivo è un modo finito del verbo che ha quattro tempi: presenteimperfettopassatotrapassato (i primi due sono tempi semplici, gli altri due tempi composti).
Presente: Può darsi che lei riesca a liberarsi.
ImperfettoFossi matto!
Passato: Mi spiace che non l’abbiate visto.
Trapassato: Mi sarebbe piaciuto che tu fossi venuto. [proposizioni ➔subordinate].

• Quello nelle proposizioni subordinate è l’uso più frequente (congiuntivo significa appunto ‘che congiunge’ la proposizione subordinata alla principale):
– in molte subordinate il congiuntivo si trova in alternativa all’indicativo, per sottolineare una sfumatura di desiderio, di possibilità o probabilità, di dubbio.
– in altre subordinate, il congiuntivo può essere preferito all’indicativo per ragioni legate alla selezione di un ➔registro più alto, o alle reggenze specifiche di alcune congiunzioni e locuzioni congiuntive.
– in altre proposizioni il congiuntivo è l’unico modo che può essere usato nella forma esplicita.

• Tuttavia, il congiuntivo può essere usato anche in proposizioni indipendenti con diversi valori:
esortativo, quando esprime comando, consiglio, preghiera, augurio, per la 1a e 3a persone singolari o plurali del verbo
Nessuno osi contraddirmi!
Possa io sempre restare così.
dubitativo, quando esprime dubbio
Che sia matto?
desiderativo, quando esprime desiderio; in questo caso si adopera l’imperfetto per riferirsi al presente o al futuro, il trapassato per il passato
Potessi almeno rivederlo!
Fossi stato più attento!
esclamativo (talvolta introdotto da magari, o se)
Magari fosse vero!
Sapessi che caldo!

Inoltre, il congiuntivo imperfetto o trapassato si usa nella protasi dei ➔periodi ipotetici del 2o e 3o tipo per esprimere un fatto o una situazione possibile ma poco probabile, o impossibile
Se Giorgio avesse ragione, sarebbe un bel problema.
Se l’uomo fosse arrivato su Marte, la Terra sarebbe meno inquinata.

TRECCANI, La grammatica italiana (2012).

mercoledì 30 settembre 2015

Periodo ipotetico (formazione)

Il periodo ipotetico è un periodo attraverso il quale si esprime un’ipotesi da cui può derivare una conseguenza. È formato dall’unione di una proposizione reggente, o ➔apodosi, con una subordinata condizionale, o ➔protasi. La reggente esprime la conseguenza che deriva o deriverebbe dal realizzarsi della condizione indicata nella subordinata.
A seconda del grado di probabilità dell’ipotesi indicata nella protasi, il periodo ipotetico può essere di tre tipi.

1. Periodo ipotetico della realtà, quando l’ipotesi è reale o molto probabile. Nella protasi il verbo è all’indicativo, nell’apodosi il verbo è all’indicativo o all’imperativo
- Se arriviamo in tempo, andremo a giocare a tennis insieme.
- Se c’è forte vento, copriti la bocca con la sciarpa.
- Se volete incontrarmi, / cercatemi dove non mi trovo (G. Caproni, Indicazione).
 
2. Periodo ipotetico della possibilità, quando l’ipotesi è possibile, ma non sicura. Nella protasi il verbo è al congiuntivo imperfetto, nell’apodosi il verbo è al condizionale presente o all’imperativo
- Se me lo domandassi tu, verrei a lavorare anche la domenica.
- Se Paolo ti chiedesse qualcosa, digli che non ne sai nulla.
 
3. Periodo ipotetico dell’irrealtà, quando l’ipotesi è impossibile e irrealizzabile:
a) se l’ipotesi è riferita al presente, nella protasi il verbo è al congiuntivo trapassato, nell’apodosi il verbo è al condizionale presente o all’imperativo
- Se non avessi preso la laurea, adesso ti licenzierebbero.
b) se l’ipotesi è riferita al passato, nella protasi il verbo è al congiuntivo trapassato, nell’apodosi il verbo è al condizionale passato
- Se fossi stato nei tuoi panni, mi sarei licenziato.

TRECCANI, La grammatica italiana (2012)

lunedì 28 settembre 2015

«Il congiuntivo» del prof. Tartaglione

La "Lettera del congiuntivo" letta da Teresa Fallai - See more at: http://www.almaedizioni.it/it/almatv/insegnare-italiano/io-sono-il-congiuntivo/#sthash.bFERvyum.dpuf
La "Lettera del congiuntivo" [video], letta da Teresa Fallai (2014).