Il congiuntivo è un modo finito del verbo che ha quattro tempi: presente, imperfetto, passato, trapassato (i primi due sono tempi semplici, gli altri due tempi composti).
Presente: Può darsi che lei riesca a liberarsi.
Imperfetto: Fossi matto!
Passato: Mi spiace che non l’abbiate visto.
Trapassato: Mi sarebbe piaciuto che tu fossi venuto. [proposizioni ➔subordinate].
• Quello nelle proposizioni subordinate è l’uso più frequente (congiuntivo significa appunto ‘che congiunge’ la proposizione subordinata alla principale):
– in molte subordinate il congiuntivo si trova in alternativa all’indicativo, per sottolineare una sfumatura di desiderio, di possibilità o probabilità, di dubbio.
– in altre subordinate, il congiuntivo può essere preferito all’indicativo per ragioni legate alla selezione di un ➔registro più alto, o alle reggenze specifiche di alcune congiunzioni e locuzioni congiuntive.
– in altre proposizioni il congiuntivo è l’unico modo che può essere usato nella forma esplicita.
• Tuttavia, il congiuntivo può essere usato anche in proposizioni indipendenti con diversi valori:
– esortativo, quando esprime comando, consiglio, preghiera, augurio, per la 1a e 3a persone singolari o plurali del verbo
Nessuno osi contraddirmi!
Possa io sempre restare così.
– dubitativo, quando esprime dubbio
Che sia matto?
– desiderativo, quando esprime desiderio; in questo caso si adopera l’imperfetto per riferirsi al presente o al futuro, il trapassato per il passato
Potessi almeno rivederlo!
Fossi stato più attento!
– esclamativo (talvolta introdotto da magari, o se)
Magari fosse vero!
Sapessi che caldo!
Se Giorgio avesse ragione, sarebbe un bel problema.
Se l’uomo fosse arrivato su Marte, la Terra sarebbe meno inquinata.
TRECCANI, La grammatica italiana (2012).
Nessun commento:
Posta un commento