Una
canzone scritta da Fabio
Caon per
chi studia l’italiano
come lingua straniera,
con l’invito ad abbandonare
i luoghi
comuni e
a considerare ogni italiano come singola persona.
martedì 20 ottobre 2015
giovedì 1 ottobre 2015
Congiuntivo
Il congiuntivo è un modo finito del verbo che ha quattro tempi: presente, imperfetto, passato, trapassato (i primi due sono tempi semplici, gli altri due tempi composti).
Presente: Può darsi che lei riesca a liberarsi.
Imperfetto: Fossi matto!
Passato: Mi spiace che non l’abbiate visto.
Trapassato: Mi sarebbe piaciuto che tu fossi venuto. [proposizioni ➔subordinate].
• Quello nelle proposizioni subordinate è l’uso più frequente (congiuntivo significa appunto ‘che congiunge’ la proposizione subordinata alla principale):
– in molte subordinate il congiuntivo si trova in alternativa all’indicativo, per sottolineare una sfumatura di desiderio, di possibilità o probabilità, di dubbio.
– in altre subordinate, il congiuntivo può essere preferito all’indicativo per ragioni legate alla selezione di un ➔registro più alto, o alle reggenze specifiche di alcune congiunzioni e locuzioni congiuntive.
– in altre proposizioni il congiuntivo è l’unico modo che può essere usato nella forma esplicita.
• Tuttavia, il congiuntivo può essere usato anche in proposizioni indipendenti con diversi valori:
– esortativo, quando esprime comando, consiglio, preghiera, augurio, per la 1a e 3a persone singolari o plurali del verbo
Nessuno osi contraddirmi!
Possa io sempre restare così.
– dubitativo, quando esprime dubbio
Che sia matto?
– desiderativo, quando esprime desiderio; in questo caso si adopera l’imperfetto per riferirsi al presente o al futuro, il trapassato per il passato
Potessi almeno rivederlo!
Fossi stato più attento!
– esclamativo (talvolta introdotto da magari, o se)
Magari fosse vero!
Sapessi che caldo!
Se Giorgio avesse ragione, sarebbe un bel problema.
Se l’uomo fosse arrivato su Marte, la Terra sarebbe meno inquinata.
TRECCANI, La grammatica italiana (2012).
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